venerdì 17 agosto 2007

Perchè sollevare la questione

Perchè di moda ed etica si parla semplicemente troppo poco.
Vorrei che questo diventasse un posto da cui fare un serio punto della situazione.
Innanzitutto raccogliendo materiale, esperienze, opinioni, links.

2 commenti:

tommyb ha detto...

Cominciamo con qualche "quote", così d'impulso. Poi aggiungerò dell'altro.

Nel 1961 ero studente di fotografia e grafica alla scuola d’arte applicata, la Kunstgewerbeschule, ora Hochschule fur Gestaltung di Zurigo. Un giorno il direttore della scuola mi chiamò perchè c’era un direttore artistico italiano che voleva visitare la scuola, per trovare giovani talenti con grande preparazione artistica e tecnica per iniziare un nuovo giornale femminile in Italia. Il giornale era Amica, il direttore artistico era Flavio Lucchini.
Qualche anno più tardi a scuola finita, mi presentai col mio portfolio da Flavio Lucchini, direttore di Novità, allora il miglior giornale di moda in Italia (era stato comprato da poco dalla Condè Nast). Lucchini guardò attentamente le mie foto, e alla fine mi disse: “Questa è arte d’avanguardia, qui noi facciamo semplicemente un giornale e non la Biennale di Venezia! Il tuo modo di fotografare non è quello che mi serve ora, ma tu continua così perchè presto lavoreremo insieme!”.
Lucchini aveva già capito che i modi, i tempi e le forme dell’editoria italiana dovevano essere cambiati e modernizzati. E così fece.
Con Flavio Lucchini ho avuto la grande fortuna di collaborare e quindi di imparare, contribuendo col mio lavoro, alla nascita di tutte le famose testate della Condé Nast Italia, Vogue, L’Uomo Vogue, Lei, ecc. e poi a Donna, Mondo Uomo, Moda, e tutte le altre innumerevoli riviste delle quali Flavio Lucchini è stato ideatore e fondatore.
Flavio Lucchini è stato il responsabile della promozione della moda e del design italiano nel mondo, lui è il vero inventore e creatore del Made in Italy, nato e cresciuto grazie lui, e alla spinta editoriale dei suoi giornali di quel tempo. Era l’inizio degli anni ’70, un giorno Giorgio Armani si presentò alla redazione di Vogue in Piazza Castello a Milano, per annunciarci che avrebbe cominciato un suo marchio e chiese a Flavio come avrebbe potuto essere.Flavio compose la scritta Giorgio Armani usando come carattere lo stesso Bodoni usato per il logo Vogue, e poi gli fece vedere le foto che avevo appena realizzato negli USA delle divise militari americane: ad Armani piacquero e la sua prima collezione fu ispirata da quelle foto fatte per L’Uomo Vogue. Sono testimone di decine di casi simili, dell’iniziazione di talenti poi diventati fortunatissimi e ricchissimi, spinti, agevolati e aiutati da Flavio Lucchini. Da buon direttore artistico e editoriale, ha sempre capito chi ha talento e su chi bisogna puntare. Lucchini ha insegnato il mestiere a tutte le migliori redattrici italiane, mi ricordo di Franca Sozzani, quando a Vogue era assistente/segretaria di Gisella Borioli allora braccio destro di Lucchini e più tardi sua moglie. Nel 1990, nel pieno successo, Lucchini capì che la moda si stava spostando da espressione socio-politica a un sistema di marketing e di business e sola produzione industriale: ancora una volta, sorprendendo e anticipando tutti, lasciò l’editoria, per cominciare la sua nuova avventura della scultura. Dimostrando che la vera creatività non può e non deve mai essere sicura, bisogna avere il coraggio di rimettersi sempre in discussione e ricominciare. Ho sempre chiamato Flavio Lucchini “Professore”, mescolando ironia a verità perchè lui è stato il mio vero maestro. Mi ha insegnato il coraggio, l’onestà, il rigore, la determinazione, l’essenzialità, la testardaggine, la passione, l’instancabilità, la precisione, la creatività. Grazie Flavio!
Oliviero Toscani, fotografo

tommyb ha detto...

by the way sono Tommaso Basilio e mi interessa qui soprattutto la parte che dice:

"Lucchini capì che la moda si stava spostando da espressione socio-politica a un sistema di marketing e di business e sola produzione industriale: ancora una volta, sorprendendo e anticipando tutti, lasciò l’editoria, per cominciare la sua nuova avventura della scultura."